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Scritto da Lina Barone

Continuano nella nostra scuola gli incontri del progetto Maggio della legalità. Lunedì 8 Maggio si è svolto nella palestra il secondo degli incontri cui hanno preso parte tutte le classi seconde. Grande l’accoglienza tributata dagli alunni al nostro ospite, testimone di legalità davvero straordinario: GiovanniPaparcuri, che nell’arco della sua vita ha conosciuto e lavorato con tanti magistrati, alcuni dei quali uccisi dalla mafia.

 

Tale incontro è stato una tappa fondamentale del percorso di approfondimento sulla figura del giudice Giovanni  Falcone, ucciso nella strage di Capaci il 23 Maggio 1992, insieme alla moglie Francesca Morvillo e ai tre agenti di scorta Vito SchifaniRocco Dicillo e Antonio Montinaro. Nelle scorse settimane i ragazzi hanno dunque cominciato a conoscere la storia di Giovanni Falcone, attraverso la visione del film Era d’estate, che ripercorre il periodo in cui i due giudici Falcone e Borsellino nel mirino della mafia furono costretti a rifugiarsi con le loro famiglie nell’isola dell’Asinara per preparare il maxiprocesso che avrebbe portato alla condanna di centinaia di mafiosi. Poi hanno approfondito il metodo di lavoro del giudice attraverso le testimonianze del documentario Chiedi chi era Giovanni Falcone, e ripercorso infine le tappe della sua vita leggendo passi del libro di Garlando Per questo mi chiamo Giovanni.

 

La testimonianza di Paparcuri ci restituisce tuttavia in modo nitido e limpido un giudice Falcone inedito, l’uomo che collezionava in maniera maniacale delle paperelle di ceramica, che sapeva scherzare con un sorriso ironico o che si mostrava talvolta scontroso, un uomo in carne ed ossa insomma, oltre che un giudice con grandissime capacità e competenze.

 

La sua toccante testimonianza ha preso avvio dal racconto dell’attentato di via Pipitone Federico, che ha coinvolto lo stesso Paparcuri, in qualità di agente di scorta, ed è stata accompagnata da tante foto, proiettate alla LIM, attraverso le quali i ragazzi hanno ripercorso le tappe più importanti della sua vita.  Fortemente drammatico il racconto dell’attentato del 29 luglio 1983, in cui venne fatta esplodere una FIAT 127 imbottita di esplosivo davanti la casa del Giudice Rocco Chinnici. In tale circostanza persero la vita oltre al giudice anche il Maresciallo dei Carabinieri Mario Trapassi,  l’appuntato Salvatore Bartolotta ed il portiere dello stabile Stefano Li Sacchi, mentre lo stesso Paparcuri rimase gravemente ferito. Il dolore e la sofferenza estrema di questa esperienza, come racconta il nostro ospite, diventano una molla irresistibile per continuare a compiere il proprio dovere anche in nome di tutti quelli che avevano perso la vita per la brutalità mafiosa. Paparcuri non nasconde nel suo racconto le difficoltà incontrate nel compiere questa scelta che per molti, anche in ambito giudiziario, sembrava incomprensibile e sconsiderata. La testimonianza ripercorre quindi un’altra tappa fondamentale: l’incontro con i giudici Falcone e Borsellino, che, apprendendo delle sue competenze informatiche in un periodo in cui cominciavano a diffondersi i primi computer, lo incaricheranno di informatizzare tutti i documenti necessari nelle indagini di mafia e quindi a velocizzare tantissimo l’acquisizione di informazioni. Il racconto si arricchisce, dunque, di tanti aneddoti anche divertenti che riguardano i due giudici, il loro modo di scherzare, il loro carattere, ma anche la loro umanità ed  l loro rigore morale.

 

Al termine della testimonianza è stato dato spazio alle domande degli alunni: Mattia, Sara, Miriam, Elisa, Angela, Desiré, Gabriele, Samuele, Giovanni, Ginevra, Davide, Ivan, Lorenzo, Anita e Rachele delle classi 2B, 2C, 2E, 2H, 2L, 2N hanno esposto dunque le loro curiosità: dall’esperienza dell’attentato a Chinnici, all’opportunità di lavorare con i giudici Falcone e Borsellino, da alcuni aneddoti divertenti della sfera privata ai suggerimenti da offrire ai ragazzi come testimoni di legalità. Giovanni Paparcuri ha dialogato quindi con gli alunni intervenuti, che al termine dell’incontro gli hanno omaggiato una riproduzione del ponte di Capaci realizzata da alcuni di loro con i Lego e il “Cubo della legalità” nelle cui facce hanno riportato le storie e le foto di alcune vittime di mafia.

 

L’incontro si è concluso con i saluti della Dirigente, che ha ringraziato Giovanni Paparcuri per aver condiviso con noi tanti ricordi della sua vita rendendoci partecipi di tali episodi.

 

La referente dell’educazione alla legalità
Angela Maria Spanò

 

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